Francesco Domilici - Royal Academy of Arts di Londra 2021
Yinka Shonibare- Francesco Domilici- Royal Academy of Arts Londra 2021

Biografia Francesco Domilici

Francesco Domilici (Palermo, 1979).

Laureatosi in ortottica nel 2005, intraprende la professione d’artista visivo realizzando il suo primo reportage fotografico nel 2002, mettendo in pratica alcun i principi dedotti dai suoi studi sul macro ingrandimento mentre é impegnato, con l’Esercito Italiano, in una missione di peacekeeping a Sarajevo, (Bosnia ed Erzegovina).

Scrive delle sue foto Ferdinando Scianna:


“…le fotografie mi sembrano di buona qualità, sia sul piano tecnico che espressivo.
Anche variate nei temi, cosa che non mi dispiace….. sa fare le foto.
La fotografia, e non solo quella, è diventata un mare magnum e ormai la cosa che conta, almeno per me, è il soggetto, il tema, il discorso che, con i propri mezzi stilistici, si affronta.
Le auguro che questo le accada. gli strumenti per raccontarli li ha.”

Partecipa a varie mostre collettive e personali, come per esempio a Villa Igea (tesoro dei Florio) diversificando sul piano espressivo.

Il riconoscimento pieno arriva nel 2021, superando come unico italiano una doppia selezione, ed esponendo alla Royal Academy of Arts di Londra.

La mostra internazionale “ante litteram” più antica e prestigiosa del Regno Unito.

Ivi la sua opera “L’impero delle ombre” che echeggia, sul piano formale ma con ribaltamento cromatico, la celeberrima opera di R. Magritte: L’impero della luce è esposta insieme ai capolavori di artisti contemporanei del calibro di: Julian Schnabel, Allen Jones, William Kentridge, Anselm Kiefer, George Baselitz, Tracey Emin, Sarah Jones etc.

Domilici in questo lavoro conferma la sua qualità di osservatore di panorami contemporanei ritrovati dentro squarci quotidiani e spesso negletti.

Sempre durante il proficuo 2021 una sua fotografia, intitolata “Fimmina”, che immortala la genesi della donna, viene esposta a Palazzo Velli, in Roma.

Poi, nella galleria d’ arte moderna e contemporanea di Ferrara, viene selezionata ed esposta una sua fotografia, dal titolo “Change”, ispirata ai chiaroscuri di Caravaggio.

Con il suo lavoro, sempre più identitario, continua l’attenzione per le cose ed i mestieri “ultimi” e spesso inosservati, seppur sotto gli occhi di tutti.

Inevitabilmente inizia un sodalizio artistico con il concittadino Arrigo Musti, artista già riconosciuto dal grande pubblico, che ha posto il negletto “socialmente” al centro della sua produzione artistica.

DoMus é l’acronimo del loro sodalizio artistico che li vedrà esporre nel 2023 nell’aeroporto internazionale di Palermo Falcone e Borsellino.

La mostra, dal titolo Impop Archetypes, curata da Domenico De Chirico ed Aldo Gerbino, invade ineditamente un area dell’aeroporto con gigantografie rappresentanti mestieri, ritenuti “ultimi” ultimi”, associati da Musti a svariati
simboli di lusso.

Ivi la provocazione é anche legata ad i supporti in PVC, normalmente considerati a corollario usa e getta di una mostra, quali banner della mostra stessa che diventano essi stessi, da beni ultimi, ad opere d’arte.

A testimonianza che tutto può avere una forte identità artistica anche le cose ultime, di cui parlava Paul Klee.

Domilici ottiene anche l’attenzione di numerose riviste internazionali. Per esempio di Photovogue. Anche alcuni manuali delle Nazioni Unite riportato in copertina le foto ai lavori del collega Musti Le sue opere sono presenti in collezioni private e musei d’arte contemporanea, come il Museo Guttuso della sua città.